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Grazie per essere qui e per aver scelto di seguire il Blog di “Serenità SempliceMente©”, il primo metodo in Italia che, a differenza dei percorsi più “classici” a cui sei abituato/a, incentrati su UN UNICO SETTORE DELLA VITA, lavora sinergicamente su Passato, Presente e Futuro. Il tutto per aiutarti a risolvere i tuoi conflitti interiori e combattere le ansie in un percorso COMPLETO che lavora sulle molteplici fasi della vita.
Paura dell’abbandono: oggi è di lei che “parliamo”.
Se stai leggendo queste righe è perché, molto probabilmente, hai preso coscienza di avere paura dell’abbandono. Questa consapevolezza è già un ottimo inizio per cambiare.
Voglio darti una notizia che molto probabilmente ti solleverà un po’ dal peso che provi sul cuore: la paura dell’abbandono è molto frequente fra le persone, anche in quelle più “insospettabili”.
Le persone che hanno paura dell’abbandono possono esibire una varietà di comportamenti. Molti di questi sono distruttivi per le relazioni di coppia, quindi la paura dell’abbandono dovrebbe essere riconosciuta e affrontata in modo appropriato per il bene della relazione e di entrambi gli individui coinvolti.
Di seguito sono riportati alcune caratteristiche in cui, forse, ti puoi riconoscere:
Se soffri di paura di abbandono non necessariamente ti ritroverai in tutti i comportamenti elencati, ma se ti identifichi in almeno cinque di essi… allora potresti rientrare nell’alta percentuale di persone che soffre di paura dell’abbandono.
Ma perché hai paura dell’abbandono? Vediamo insieme le più probabili “cause scatenanti”, al fine di iniziare a prendere consapevolezza.
La ferita d’abbandono si instaura quando si è piccoli.
Quasi tutti l’hanno provata, ma in alcuni il dolore si è fatto più profondo. Si verifica fra genitore e figlio, quando quest’ultimo ha la percezione che l’affetto che il genitore gli dava inizia a venire meno.
E’ un dolore profondo a cui la mente reagisce attraverso un meccanismo di autodifesa: la maschera del dipendente, senza la quale l’esperienza relazionale diventa troppo dolorosa perché il distacco riporta alla mente il dolore dell’abbandono del genitore.
La consapevolezza è vitale, perché i problemi e le preoccupazioni non vanno evitati, ma affrontati limitandoli ad un breve lasso di tempo giornaliero.
Non affrontarli ti crea comunque ansia continua, quindi la cosa migliore da fare è quella di prendere coscienza di ogni situazione, valutarla e accettarla dedicando il giusto tempo per risolverla. A questo proposito puoi farti aiutare dal rivoluzionario metodo della meditazione in 120 secondi (anche per persone impegnate!) ?
Scrivere aiuta a rilassarsi, quindi prendi l’abitudine di scrivere le tue ansie e le preoccupazioni su un diario. Ciò ti consente di dar loro una “forma” e di affrontarle in modo diverso.
Scriverle è un po’ come bloccarle su un foglio, per valutarle, “guardarle in viso” e soprattutto ridimensionarle.
Tutti questi consigli ti consentiranno di valutare con più calma le sfide e di risolverle prima e con minor dispendio di energia. Scriverò molti altri articoli su quest’argomento. Continua a seguirmi!
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